Shinran Shōnin
January 1, 2024
Shinran

Shinran Shonin (1173-1263) nacque alla fine del periodo Heian, quando il potere politico stava passando dalla corte imperiale alle mani dei clan di guerrieri Shogun. In quest'epoca di cambiamento, il buddismo giapponese, che da diversi secoli era decaduto nel formalismo, subisce un intenso rinnovamento, diffondendosi a ogni livello della società.

Shinran nasce nella famiglia aristocratica Hino, ramo del famoso clan Fujiwara. All'età di nove anni, Shinran entra l'ordine buddhista sotto la guida diJien, un monaco Tendai, e inizia a studiare al monastero Tendai del monte Hiei, l'Harvard del buddhismo in Giappone. Qui trascorre vent'anni da monaco. Dalla familiarità con le scritture buddiste, è chiaro che Shinran dedica molto allo studio, e con esso si dedica anche a pratiche come la recitazione continua dei nembutsu.

La Conversione

Dopo vent'anni di pratica, tuttavia, disciplina, pratica e studio non sembrano dare i risultati che sperava. Questo è unito anche ad un senso di disappunto che vive constatando la profonda corruzione che pervadeva l'ambiente monastico Tendai. Anni prima, un'altro monaco Tendai, Honen Shonin (1133-1212) abbandonò il monte Hiei per diffondere una concezione radicalmente nuova della pratica spirituale buddhista, dichiarando che gli sforzi fatti dall'individuo per ottenere il risveglio essendo contaminati dall'ego sono inutili. Invece di dedicarsi a pratiche religiose e rigorose discipline per controllare e sottomettere le nostre passioni, si dovrebbe invece recitare il nembutsu, il nome del Buddha Amida, e affidarsi completamente al voto di Amida nel quale ha promesso di portare tutti gli esseri al risveglio.

All'età di ventinove anni, Shinran abbandona il monastero e si ritira al tempio di Rokkakudo, nella capitale imperiale di Kyoto, per decidere il suo futuro percorso. All'alba del novantacinquesimo giorno, il principe Shotoku gli appare in un sogno esortando Shinran a cercare Honen ed ascoltare i suoi insegnamenti. Shinran abbandona quindi le sue pratiche Tendai e si unisce al movimento di Honen e la pratica del nembutsu.

Esilio

In questo periodo, tuttavia, alcuni dei monasteri più influenti vedono Honen e il suo movimento di democratizzazione del buddhismo come un pericolo alla loro influenza, e nel 1207 riuscirono a persuadere il governo imperiale a vietare l'insegnamento del nembutsu. Diversi discepoli di Honen vengono giustiziati ed Honen stesso con alcuni dei suoi discepoli più intimi, tra cui Shinran, vengono esiliati dalla capitale. Shinran viene scomunicato ed esiliato a Echigo, una provincia sulla costa occidentale del Giappone. In protesta al decreto imperiale, Shinran si fa chiamare 'Toku', "testa di stoppia", dichiarando di non essere "né monaco né laico". Dopo cinque anni di esilio, Shinran viene graziato dalla corte, ma decide di non tornare subito a Kyoto. Nel 1214, all'età di quarantadue anni, si dirige invece verso la regione del Kanto, dove si dedica a diffondere l'insegnamento del nembutsu tra i contadini e i samurai.

Ritorno a Kyoto

A sessant'anni, Shinran si dedica totalmente alla scrittura e nel farlo inizia una nuova vita tornando a Kyoto, mantenendo uno stile di vita semplice e frugale, sostenuto dai doni dei suoi discepoli di Kanto, e dalle cure della sua figlia più giovane, Kakushinni.

È da questo periodo che proviene la maggior parte dei suoi scritti. A Kyoto finisce la sua opera principale, nota come Kyogyoshinsho (Il vero insegnamento, la pratica e la realizzazione della Via della Terra Pura), e compone centinaia di inni nei quali rende le scritture dei maestri buddhisti accessibili alla gente comune. Nello stesso periodo, scrive numerose lettere e commentari attorno ai suoi insegnamenti e realizzazioni sul nembutsu per i suoi seguaci di Kanto.

C'erano persone che sostenevano che bisognava sforzarsi di dire il nembutsu il più spesso possibile, e altre che insistevano sul fatto che il vero affidamento si manifestava nel dire il nembutsu una sola volta, lasciando tutto il resto ad Amida. Shinran respingeva entrambe le posizioni come espedienti umani basati sull'attaccamento al nembutsu come proprio atto positivo. Poiché il nembutsu autentico nasce dal vero affidamento che è l'operare di Amida in una persona, il numero di volte in cui viene pronunciato è irrilevante.

Inoltre, alcuni sostenevano che, poiché il voto di Amida era destinato a salvare le persone incapaci di fare il bene, ci si doveva sentire liberi di commettere il male. Per Shinran, tuttavia, l'emancipazione non significava libertà di fare tutto ciò che si voleva, ma libertà dalla schiavitù dei desideri e delle emozioni egocentriche. Egli scrisse quindi che con la profonda fiducia nel voto di Amida si giunge a una genuina consapevolezza dei propri limiti.

Verso la fine della sua vita, Shinran fu costretto a rinnegare il figlio maggiore Zenran, che provocò disordini tra i seguaci del Kanto sostenendo di aver ricevuto un insegnamento segreto da Shinran. Tuttavia, la sua energia creativa continuò fino alla morte, avvenuta a novant'anni, e le sue opere manifestano una visione sempre più ricca, matura e articolata dell'esistenza umana, che lo rivela come uno dei pensatori religiosi più profondi e originali del Giappone.